martedì 11 febbraio 2014

Frutta afrodisiaca, cosa mangiare per riscaldare l'atmosfera

Angela Mendicino. Sul New York Times di qualche giorno fa ho letto un divertente articolo intitolato “Sometimes Asparagus is More Than Asparagus” (Qualche volta un asparago è qualcosa di più di un semplice asparago).  Mi piacerebbe riportarvene una sintesi e aggiungere qualche commento.
L’articolo, di pochi giorni fa, racconta la storia della signora Yoest, una scrittrice di giardinaggio, che si è trovata quasi per caso - e a quanto sembra non del tutto intenzionalmente- a scrivere quello che il New York Times definisce come una sorta di Kama Sutra ortofrutticolo. Il titolo di questo libro, appena uscito negli USA , si tradurrebbe in italiano come “Piante con Benefits: una guida disinibita alle erbe, ai frutti, ai fiori e a i vegetali afrodisiaci che si trovano nel tuo giardino”
Tutto ebbe inizio quando la signora, intenta nelle sue ricerche botaniche, venne a conoscenza per la prima volta delle proprietà afrodisiache dell’avocado. L’antico popolo degli Aztechi già conosceva da tempo le caratteristiche di questa pianta che veniva da loro pittorescamente definita “albero dei testicoli”, probabilmente a causa della forma particolare di questi frutti e del fatto che essi crescano appaiati, appesi ai rami dell’albero.

La studiosa dichiara di essere rimasta affascinata da questo frutto soprattutto dopo aver scoperto che durante il periodo del raccolto (degli avocado per l’appunto) i saggi Aztechi avessero l’usanza di rinchiudere in posti sicuri, senza possibilità di fuga, le proprie figlie vergini , salvo poi liberarle alla fine del raccolto e a pericolo scampato.
Si trattava effettivamente di un aneddoto molto significativo per la signora Yeast che così non riuscì a fare a meno di approfondire i suoi studi e di andare alla ricerca di ulteriori informazioni su tutte quelle piante o frutti che,secondo il sentire comune, portano dei benefici particolari. Alcuni di questi frutti, come lo stesso avocado, derivano la loro fama dalla forma, suggestiva, che richiama quella degli organi umani: la banana, il fico, la papaya fanno tutti parte di questa categoria. Altre invece hanno effettivamente delle proprietà chimiche che influenzano il cervello, la pressione sanguigna o gli ormoni umani . 
Alcuni, ad esempio, potrebbero stupirsi venendo a conoscenza del fatto che delle piante comunissime sulle nostre tavole come la rucola o il sedano possano avere delle proprietà nascoste. Eppure tali caratteristiche afrodisiache sono conosciute da epoca remota. Per la rucola la scrittrice cita addirittura gli antichi romani e Virgilio.

Ho cercato di approfondire anche io l’argomento, scoprendo che in rete si trovano effettivamente molte informazioni su entrambi gli ortaggi e si scopre ad esempio che il sedano, oltre che per la forma è ritenuto afrodisiaco perché contiene l’androsterone, un potentissimo feromone maschile, che gli uomini rilasciano attraverso il sudore (ma è inodore) e che eccita le donne . Quindi una base di scientificità c’è e allora tutti i maschietti dovrebbero sapere che mangiare sedano crudo può aiutare ad avere maggiore successo nell'approccio con l’altro sesso!

Ma qualche trucco esiste anche per le donne. Torniamo al nostro articolo: La scrittrice cita uno studio nel quale diversi uomini sono stati esposti a vari aromi di cibi e la loro eccitazione registrata misurando l’intensità del flusso sanguigno nell'area dei loro genitali. Ebbene in questi studi il profumo di lavanda ha fatto crescere il flusso sanguigno del 40%, mentre un normale odore di cibo (l’odore di pizza) lo ha fatto crescere solo del 5%. Morale della storia: la lavanda aiuta le donne più o meno come il sedano aiuta gli uomini. L’aroma di pizza è invece da evitare se si vuole uscire per fare conquiste.
Interessante è anche la storia sull'aglio. Ebbene si, per quanto l’idea possa farci rabbrividire, in molti luoghi della terra si ritiene che questo vegetale sia un potente stimolatore sessuale. Sembra addirittura che in India le leggi antiche proibissero ai bramini (membri della casta sacerdotale) l’uso di questa spezia, perché troppo pericolosa. Lo stesso divieto, per le stesse ragioni, varrebbe oggi per i monaci tibetani. Mangiare aglio sarebbe pericoloso, perché incrementerebbe troppo l’eccitazione sessuale.

Se tutto questo è vero, concludo, che mangiare aglio ha i suoi pro ei suoi contro. Se avete bisogno di qualche incentivo per aumentare la vostra eccitazione potreste certamente farvi ricorso. Peraltro potrebbe essere molto utile anche per altri scopi: allontanare i vampiri ad esempio. Ma, come abbiamo visto, potrebbe servire anche per bloccare sul nascere, e all'occorrenza, le fastidiose avances di bramini e monaci tibetani. Rimane tuttavia irrisolto il problema di come comportarsi dopo l’assunzione dell’odorosa pianta. Se l’eccitazione è aumentata, potremmo approfittarne. Parlatene con il vostro partner questa sera, dopo una bella insalata di aglio e pomodorini. Io eviterei ma si sa, la sorte aiuta gli audaci, la fortuna è cieca e, si spera, anche impossibilitata a percepire gli odori.

Buon appetito!










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