martedì 22 febbraio 2011

LE “PROPOSTE INDECENTI” DEL LAVORO IN CALABRIA

inchiesta di Angela Mendicino

In una regione il cui tasso di disoccupazione è tra i più altri Italia, e in cui il problema occupazione penalizza maggiormente le donne, bisogna fare i conti con le “proposte indecenti” di chi  offre un posto in cambio di pochi spiccioli. E lo chiamano stipendio. Basta dare un’occhiata ai siti e le bacheche di annunci. La mia inchiesta parte da questo.. Faccio il numero, chiamo per un colloquio. Che si tratti di un impiego come coordinatrice, segretaria, operatrice di call center, elemento che accomuna tutti questi signori che cercano un impiegato è chiedere tanto in termini di preparazione, disponibilità a lavorare con impegno e dedizione avendo responsabilità e poi rovescio della medaglia quando si chiede contratto e compenso le risposte sono a dir poco “indecenti”. Contratti a progetto, collaborazioni occasionali, e gli “stipendi”  (questi signori hanno anche il coraggio di appropriarsi di certi termini) sono di trecento euro. Poi c’ è qualche cosiddetto imprenditore (sarebbe più appropriato “prenditore”) che  a fronte di un lavoro di coordinatrice e amministratrice di un impresa, con tanto di conoscenze informatiche richieste, un orario di lavoro full time di otto ore   compreso il sabato,  offriva  una elemosina fissa pari a 500 euro.
E la chiamavano flessibilità del lavoro. Dalle telefonate e colloqui realizzati nel corso di un mese, attraverso le imprese private che offrono lavoro sulle bacheche dei Centri per l’impiego e altri siti specializzati, il risultato è sempre lo stesso. I datori di lavoro pretendono risorse specializzate, dei manager, ma offrono un salario che è decisamente fuori legge al di sotto dei contratti di lavoro nazionali. Delle truffe in pratica. Stipendi pari a quelli dei paesi in cui è caduto il regime, di pesi del Nord Africa in cui oggi si assiste a guerre civili e di contrasto alle dittature militari come in Libia.
Nei sindacati aumentano le lamentele e le denunce di lavoratori vessati dagli imprenditori, aziende che mettono in cassa integrazione i dipendenti, imprese fantasma che rubano i fondi comunitari e spariscono lasciando centinaia di persone senza stipendio (emblematico il caso del call center Phonomedia presente in 12 città italiane, in Calabria a Catanzaro, i cui titolari “fantasmi” sono spariti evadendo il fisco e lasciando senza stipendio né cassa integrazione 7mila dipendenti).
In una situazione del genere molte sono le persone che a fronte di poche centinaia di euro al mese affermano “meglio questo che niente” e si accontentano di contratti atipici come quelli a progetto che non garantiscono contributi pensionistici, non danno diritto a fere, malattia o maternità. Accettare il “meglio un poco che niente” equivale ad essere conniventi con un sistema lavoro illegale, improduttivo che fa male al lavoratore e all’economia, arricchendo solo le tasche del titolare. Sveglia ragazzi, il tempo dello sfruttamento deve essere bloccato per la libertà di tutti i cittadini e per il futuro di tutti.

3 commenti:

  1. Purtroppo non è un problema della Calabria ma è più in generale il frutto di un certo tipo di politiche del lavoro scelte a livello nazionale. Finché un contratto atipico è più vantaggioso per l'impresa di uno a tempo indeterminato, il minimo che occorre attendersi è proprio lo svilimento del lavoro come tale. Allo stesso modo finché l'assunzione in nero resta un reato veniale con minime possibilità di condanna ed effetti patrimoniali praticamente nulli, questa pratica sarà inestirpabile.

    Quanto al “meglio questo che niente” lo si può rifiutare solo se si ha qualche alternativa. Ma se c'è una famiglia da mantenere, una retta universitaria da pagare, un affitto da sostenere di scelte non se ne hanno. I principi sono importati, ma purtroppo non danno da mangiare.

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    Da utente di vecchia data di Blogger mi permetto di consigliarti di non incollare il contenuto dei post da altri programmi di video scrittura perché ne viene fuori una formattazione con molte imperfezioni. Se vuoi lavorare offline ci sono soluzioni apposite che funzionano molto bene...

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  2. sì mikele...se si fanno discorsi individualistici hai ragione ma io ne facevo una questione generale e se tutti iniziassimo a vedere questo come un problema di ognuno allora sarebbe diverso. se tutti iniziassero a dire NO ALLO SFRuTTAMENTO cesserebbero i lestofanti d avere da mangiare...come le denunce contro il pizzo e le vessazioni per usura..spero di spiegare bene il concetto !

    grazie dei consigli.. io scrivo prima in doc word e poi copio e incollo..cm potrei fare in alternativa??

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  3. Indubbiamente parlarne è il primo passo per poter prendere coscienza della gravita del problema rompendo il pesante muro di silenzio che spesso di incontra.

    Quanto a Blogger attualmente io uso il browser Firefox (http://www.mozilla-europe.org/it/firefox/) a cui ho aggiunto due estensioni:

    1. Il correttore ortografico (che a te che sei bravissima non servirà molto, ma fa sempre comodo) https://addons.mozilla.org/it/firefox/addon/dizionario-italiano/

    2. ScribeFire, che è un editor di testo che si può collegare direttamente con il Blog: https://addons.mozilla.org/it/firefox/addon/scribefire-blog-editor/

    Una volta installato Firefox e scaricate le due estensioni basta configurare il proprio blog e cominciare a scrivere... Se ti servisse una guida ne trovi una piuttosto chiara qui: http://tinyurl.com/6c9zfmz

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