martedì 15 febbraio 2011

Il trasformista Arturo Brachetti al Rendano di Cosenza


E’ sicuramente uno degli spettacoli più attesi della stagione di prosa del Teatro “Rendano” di Cosenza, l’unico che potrà contare su tre rappresentazioni, a partire da venerdì prossimo 18 febbraio.
Il suo titolo è “Brachetti, ciak si gira” che segna il ritorno a Cosenza di Arturo Brachetti, l’uomo dai mille volti, come viene giustamente definito a causa delle trasformazioni-lampo di cui è capace sul palcoscenico, specialità che gli ha fatto meritare anche l’appellativo di nuovo Fregoli del teatro italiano e un enorme successo anche in Francia dove negli anni ottanta è stato acclamata star del “Paradis Latin” e dove è tornato di recente, proprio con “Ciak si gira”, raccogliendo entusiastici apprezzamenti alle mitiche “Folies Bergères”.
E dalla Francia arriva anche  Serge Denoncourt che firma la regia di questo nuovo spettacolo di Brachetti, un omaggio al mondo del cinema che l’artista-trasformista rende con un sorprendente viaggio nell’universo della settima arte, esplorato dando corpo e volto ad una sessantina di personaggi.
La tre giorni di “Brachetti, ciak si gira” al “Rendano” di Cosenza inizierà venerdì 18 febbraio alle ore 21,00 e proseguirà sabato 19 febbraio (sempre alle 21,00) e domenica 20, alle ore 18,00.
La serata di venerdì è fuori abbonamento, a quelle di sabato e domenica potranno accedere rispettivamente gli abbonati del turno A e quelli del turno B.
I biglietti di tutte e tre le serate possono essere acquistati al botteghino del “Rendano”(tel.098422835) secondo i seguenti orari: martedì dalle ore 10,00 alle ore 13,00 e dalle 16,00 alle 19,00, mercoledì solo al mattino, dalle 10,00 alle 13,00, giovedì e venerdì  dalle ore 10,00 alle ore 13,00 e dalle 16,00 alle 19,00. Sabato e domenica l’acquisto può avvenire a partire da due ore prima dello spettacolo.
“Brachetti, ciak si gira!” è una sorta di zapping cinematografico nel quale Arturo Brachetti interpreta, con cambi fulminei di costume, i personaggi che popolavano i pomeriggi che l’artista torinese trascorreva davanti alla tv durante la sua infanzia, amati da tutti coloro che hanno avuto la fortuna di crescere con quella indimenticabile ed ineguagliata stagione televisiva e cinematografica popolata di eroi in celluloide: Zorro, Mary Poppins, Maciste, Crudelia De Mon, Tarzan, Lawrence D’Arabia.
Ma l’omaggio di Brachetti alla settima arte è intriso anche di evocazioni del mondo di Fellini, Charlie Chaplin, Gene Kelly, fino ad arrivare ad E.T.
Fedele alla sua vena trasformistica, nata ai tempi in cui in seminario conobbe Don Silvio Mantelli, un prete specializzato in giochi di prestigio che in arte si faceva chiamare Mago Sales, Arturo Brachetti in “Ciak si gira” vola, sparisce, cambia continuamente identità, in preda ad una sorta di sindrome di Peter Pan, e dispensa sogni a piene mani, quelli di cui ognuno di noi ha bisogno, ma che si fa fatica a vivere nella vita di tutti i giorni.  
 comunicato inserito da angela mendicino

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